Una giovane italiana racconta la sua esperienza


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'Mama Kenya', l'Africa vissuta

Come esaltare gli elementi di comunione per annullare le distanze

di Maurizio Righetti

Si può sostenere che l'Occidente abbia solo valori negativi. E si può pensare, all'opposto, che nei Paesi poveri ignoranza e violenza primordiale determinino la mancanza di sviluppo. Posizioni estreme. Sbagliate. Che non giovano, non aiutano. Soprattutto sono false nella sostanza, non descrivono correttamente la realtà e non inducono all'unica, possibile e concreta scelta di progresso civile e sociale nella piena libertà dei principi di fondo di ogni persona, delle proprie scelte di vita individuali e collettive, del rispetto e della valorizzazione di tutte le culture e credenze: quella dell'integrazione, del mutuo comprendersi e venirsi incontro. Senza rinunce pesanti da fare, senza pretendere che siano gli altri a farne.

Incasso in favore di Italia Solidale
E' questo il messaggio più importante che sembra lanciarci “Mama Kenya – Cuore d'Africa”. Edito da Medium Srl, con incasso in favore di Italia Solidale, il libro è il racconto autobiografico di Lorena Gagliotta, una giovane donna italiana che per tre anni ha vissuto in Africa, all’interno di una tribù del Kenya. Per scelta, “per vocazione” dice lei, nella piena condivisione, arricchita dal reciproco scambio di sensibilità. Oggi Lorena fa la “spola”. E’ tornata a vivere in Italia, nella splendida cittadina di Montone, Umbria settentrionale, insieme al suo uomo, conosciuto proprio in Africa, e ai figli che lui aveva avuto da un precedente matrimonio, più quelli adottati insieme. Esempio concreto di multiculturalità e di capacità di integrazione anche nelle varie situazioni che si prospettano. Così i ragazzi frequentano le scuole italiane con assoluta naturalezza e con altrettanta disposizione all’apertura – di più, all’amore – vivono nella loro terra d’origine nelle volte che ci tornano. E la gioia piena di stare qui o lì cancella la nostalgia per il luogo che di volta in volta si abbandona. Che loro, nel proprio animo, in realtà non abbandonano mai. E’ questo, nella sua vera sostanza, l’essere cittadini del mondo. Pronti e aperti anche alle nuove esperienze che, specie ai ragazzi, il futuro potrà riservare.

Una realtà e una cultura da comprendere e rispettare
“Mama Kenya – Cuore d'Africa” ci introduce con naturalezza - e quasi ci “costringe” alla partecipazione - in una realtà che è distante per tradizioni, per credenze e forme, ma che, come la nostra, vuole esaltare gli elementi di comunione. E, da quanto traspare dalla narrazione, non oppone chiusure, non pretende nemmeno di “inglobare”, ma, questo sì, di essere compresa e rispettata. Il che dovrebbe far parte del diritto naturale di ogni individuo e di ogni gruppo che popolano l’unica patria realmente comune, il mondo.

Sono tante le storie descritte in capitoli agili che ben compendiano emozioni, stili di vita, scelte pratiche determinate da un ambiente enormemente ed inevitabilmente diverso dal nostro. Non si fa molta fatica a godersi, come avendoli davanti agli occhi, la bellezza dei mercatini caotici coi prodotti davvero a km zero stesi sui grandi parei allargati in terra, l’efficace semplicità delle bici a due posti con un conducente e un passeggero per andare al lavoro, i panorami mozzafiato sull’Oceano Indiano. Ma soprattutto il grande legame fra le persone, il reciproco rispetto, l’accoglienza, l’altruismo proprio di chi non ha la pretesa di far girare il mondo intorno a se e si organizza e si accontenta dell’indispensabile o poco più, che è l’anticamera della felicità.

I soldi? Meglio un amore ricambiato e l'interazione
“Mama Kenya” è un libro che ripete a chi fa finta di non capirlo che all’Africa, più che un contributo in soldi (per molti progetti gradito ed utile, anche per salvare vite umane), serve che venga ricambiato l’amore che essa è in grado di dare, che la sua civiltà possa interagire con ogni altra nel mondo. Sarebbe bene per tutti. Se a farci capire questo è una donna coraggiosa e aperta, nata in Occidente, ma col cuore nel “cuore” del mondo, è molto meglio.